È nata la rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d'odio

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Presentata lo scorso 14 luglio con una conferenza stampa virtuale su Zoom. Molti i partner che la compongono, tra cui Cospe Onlus e Arci

Promozione di azioni di advocacy e lobby, sostegno alla ricerca, condivisione di buone pratiche di narrazione corretta e accurata e narrazione alternativa. Ma anche condivisione di percorsi educativi e formativi, scambio di buone pratiche e materiali educativi, sensibilizzazione e mobilitazione della società civile. Questi gli obiettivi della neonata “Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d'odio”, che è stata presentata martedì 14 luglio, durante una conferenza stampa su Zoom a cui hanno partecipato il coordinatore pro tempore della Rete Federico Faloppa, il portavoce di Amnesty Riccardo Noury, la scrittrice e giornalista Silvia Brena e gli avvocati Francesco Miraglia e Monica Gazzola. 

Si tratta di un progetto unico, caratterizzato da un approccio multidisciplinare capace di coprire tutti i territori che è necessario presidiare per un'efficace azione, dalla ricerca alla proposta normativa, fino agli interventi nelle scuole per combattere bullismo, discriminazioni e intolleranze e per favorire la cultura dell’inclusione.

I patners che fanno parte della rete sono molteplici e varie: tre ong che operano a livello internazionale (Action Aid Italia Onlus, Amnesty International Italia, COSPE Onlus); otto associazioni (ASGI- Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, ARCI, Associazione “Carta di Roma”, Associazione Giulia Giornaliste, Lunaria, Pangea Onlus, Vox-Osservatorio italiano sui Diritti, Rete Lenford - Avvocatura per i diritti LGBTI); un movimento transnazionale (No Hate Speech Movement Italia); ricercatori e ricercatrici provenienti da otto università (Bicocca, Bologna, Firenze, Padova, Reading (UK), Statale Milano, Trento, Verona) e tre centri di ricerca (CNR Palermo; Centro per le scienze religiose e Centre for Information and Communication Technology della Fondazione Bruno Kessler); un centro studi (Cestudir Venezia); due osservatori (OSCAD- Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, Osservatorio di Pavia); il Consiglio Nazionale Forense e la Commissione diritti fondamentali della Camera penale di Venezia. Partecipa al confronto promosso dalla Rete l’UNAR - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali. Numeri che evidenziano l’importanza e la forza di un progetto capace di riunire le più importanti realtà che da diverso tempo si occupano di mappare e combattere i discorsi e i fenomeni di odio. 

Tra le finalità della rete spiccano gli elementi individuati anche dall’UNESCO e dal Consiglio d’Europa come necessari per affrontare il fenomeno dello hate speech: dal contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio, dai fenomeni di disinformazione da cui essi traggono origine alla creazione e promozione di narrazioni corrette e accurate e narrazioni alternative. Di particolare importanza, il “capitolo” ricerca. Ad oggi sono una trentina i progetti in essere che fanno capo alle diverse realtà che hanno dato vita alla Rete e sei sono i report periodici che vengono prodotti dalle diverse organizzazioni: dal Barometro dell’Odio di Amnesty alla Mappa dell’Intolleranza di VoxDiritti, dal Libro bianco sul razzismo di Lunaria, ai rapporti di Carta di Roma, di Oscad e dell’Osservatorio di Pavia.

Si tratta di dati preziosi che fotografano il fenomeno “hate  speech” e che finora sono stati letti e approfonditi dalle diverse realtà in modo autonomo. La creazione di un data base condiviso consentirà, non solo agli attori della Rete ma anche alle istituzioni e a tutti coloro che ne vorranno fare uso, confronti e aggiornamenti costanti per la produzione di output originali: un patrimonio prezioso di conoscenza, senza la quale le armi per combattere i discorsi d’odio appaiono spuntate. Così come assumono rilevanza il lancio e il coordinamento di campagne di sensibilizzazione per combattere discorsi e fenomeni di odio a livello nazionale ed europeo.

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