Nasce a Rimini la prima cooperativa di comunità urbana
Si chiama Pixel e grazie al sostegno di Confcooperative Romagna vuole rilanciare da un punto di vista turistico, sociale e culturale le vie del quartiere Viserbella
Si chiama Pixel ed è la nuova cooperativa di comunità urbana nata a Rimini, grazie al sostegno di Confcooperative Romagna, per rilanciare da un punto di vista turistico, sociale e culturale le vie del quartiere Viserbella. Proprio in questa settimana la cooperativa sta progettando di contribuire alla creazione di una squadra di calcio del quartiere, di organizzare alcuni campi estivi per sportivi e giovani, e di creare una proposta turistica e attrattiva in grado di rivitalizzare anche questa zona della città. Accanto a questa progettazione c’è la riapertura di ben tre esercizi commerciali avvenuta negli ultimi giorni: la gelateria, il negozio di prodotti tipici, entrambi in viale Porto Palos, e il parcheggio in via Petropoli.
“Pixel è la prima cooperativa di comunità di quartiere che nasce in Romagna, un bell’esempio di come unendo le forze si possa far fronte alle difficoltà che molte zone decentrate stanno vivendo in tante città - dichiara Roberto Brolli, referente Cooperative di comunità per Confcooperative Romagna -. L’impegno della nostra Unione nell’aiutare le periferie a trovare vie sostenibili contro lo spopolamento e l’abbandono è iniziato circa 2 anni fa, con una capillare attività promozionale di questo modello di impresa in tutta la Romagna. Dopo quegli incontri, molti cittadini hanno deciso di prendere in mano le sorti dei luoghi in cui sono nati e cresciuti, creando opportunità di lavoro e iniziative culturali e turistiche. Sono così nate diverse imprese che oggi collaborano tra di loro instaurando sinergie e scambi commerciali, come avviene tra Pixel e le cooperative della Valmarecchia impegnate nella produzione di farine e grani antiche o di prodotti da forno”.
Tra gli obiettivi della cooperativa c’è anche quello di creare opportunità di lavoro per la gente del quartiere, soprattutto giovani. In questa prima fase già 8 persone sono state impiegate nei tre esercizi commerciali, mentre i soci di Pixel sono arrivati a quota 29, tutti del quartiere ad eccezione di un paio di persone che credono nel progetto e vogliono appoggiarlo.
“Abbiamo deciso di chiamarci Pixel perché proprio come i puntini colorati che danno vita alle immagini sui nostri schermi digitali da soli siamo invisibili, mentre insieme possiamo ottenere grandi risultati" - commenta il presidente della cooperativa Stefano Benaglia.