Quasi otto milioni di euro nel biennio 2024-2025 per la promozione culturale

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Presentata la proposta di legge della giunta regionale. Pareri favorevoli dai rappresentanti del Forum del Terzo Settore Emilia Romagna

Quasi 8 milioni di euro nel biennio 2024-2025 per la promozione di eventi culturali, il recupero di spazi destinati alla cultura, il sostegno a un programmazione di prodotti culturali di qualità che sappiano anche valorizzare il turismo. Snellimento della burocrazia e dei tempi dedicati ad attività amministrative. Lo prevede il progetto di legge della giunta “Nuove norme in materia di promozione culturale”, presentato il 9 novembre nel corso della commissione Cultura presieduta da Francesca Marchetti.

Nel corso della commissione Cultura, sul progetto di legge sono stati ascoltati i componenti del Forum del Terzo Settore e dell’Anci Emilia-Romagna, il cui parere sul provvedimento è sostanzialmente positivo.

Per Stefano Ferrari, segretario delle Pro-loco Regione Emilia-Romagna, “provare a diffondere la cultura attraverso meccanismi legislativi è un ottimo viatico per dare risposte a chi opera sul territorio. Le Pro-loco sono diffuse: in Emilia Romagna sono 400, raccolgono 25mila soci e generano un indotto che fa muovere l’economia. Credo che possiamo fare molta strada insieme. Abbiamo una grande energia insita nel volontariato ed è importante dimostrare che il terzo settore è il punto di riferimento di questa regione”.

Viviana Neri presidente Aics Emilia-Romagna ha sottolineato: “Serviva mettere mano a una legge che funzionava ma doveva essere ‘riposizionata’ e ne condivido la parte valoriale. L’unica cosa che mi lascia perplessa riguarda l’individuazione di chi può partecipare ai bandi: non possiamo restringere il campo, abbiamo bisogno di mantenere collegialità e una pluralità di partecipazione. Più del 60% delle realtà del terzo settore si occupa di attività culturali. Attraverso le nostre associazioni abbiamo portato avanti una modalità di confronto e promozione culturale diffusa del territorio”.

Massimo Maisto, presidente dell’Arci regionale, ha commentato: “Parlare di promozione culturale è molto stimolante poiché, come dice la legge, si parla di pluralità, confronto e inclusione. Per noi la promozione culturale si fa attraverso la cultura diffusa, potendola incontrare in tanti momenti, luoghi e spazi, attraverso la cultura partecipata, in cui i cittadini siano protagonisti, professionalità, rafforzamento organizzativo, innovazione. Il terzo settore contribuisce molto alla promozione culturale di questa regione e avere una legge che rafforza il nostro ruolo è importante”.

Per Walter Raspa, responsabile delle Acli regionali: “Ci aspettiamo molto da questa nuova legge poiché le associazioni del terzo settore fanno molta attività culturale. Bene che su questa legge sia posto l’accento su cosa si intende per attività culturale. Auspichiamo che questa nuova legge venga approvata nel più breve tempo possibile”.

Valentina Galloni referente della cultura di Anci Emilia-Romagna ha evidenziato: “Questa legge risponde all’obiettivo di razionalizzare e semplificare la normativa vigente. L’attenzione all’accessibilità e all’innovazione è estremamente importante così come il riferimento preciso alle competenze delle Regioni, dei Comuni e delle Unioni dei Comuni. Ci sentiamo di segnalare la necessità di un preciso riferimento al codice del terzo settore e una maggiore esplicitazione dei soggetti, che siano essi pubblici o privati”.

Per Fabio Gardella presidente di Endas cultura Emilia-Romagna: “La vecchia legge ha prodotto ottimi risultati e l’aspetto positivo è che le piccole realtà associative, grazie alla nuova legge, hanno avuto voce e spazio. Associazioni ed enti pubblici insieme possono portare avanti una cultura trasversale per tutta la società civile. Unica nota dolente: per poter far bene attività culturali è avere a disposizione dei fondi e spesso si incontrano difficoltà a reperirli”.

(Lucia Paci e Luca Molinari)

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