Terzo settore, giovani, opportunità. Le proposte di Antonio Mumolo e Daniela Vannini

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Parliamo di giovani e terzo settore con ntonio Mumolo, fondatore di Piazza Grande e di Avvocato di strada Onlus, e Daniela Vannini, esperta di politiche giovanili e di welfare per le famiglie

Terzo settore, partecipazione, welfare, giovani, legalità, diritti. Questi i temi al centro del documento "#12proposte per il futuro della Regione" elaborato dalle 25 organizzazioni aderenti al  Forum Terzo Settore Emilia Romagna in occasione delle Elezioni regionali 2014. Ne abbiamo parlato con due candidati PD all’Assemblea regionale (circoscrizione di Bologna) che si occupano da vicino proprio di queste tematiche: Antonio Mumolo, Consigliere uscente e fondatore di Piazza Grande e di Avvocato di strada Onlus, e Daniela Vannini, esperta di politiche giovanili e di welfare a sostegno delle famiglie e delle giovani coppie.

Antonio Mumolo, quale spazio immaginare per il terzo settore nella Regione del futuro?
Sicuramente il terzo settore ha acquisito negli anni un peso e un’importanza sempre maggiore nella nostra regione. Questo mondo ha saputo tenere testa alla crisi creando nuova occupazione e posti di lavoro di qualità e conquistando un ruolo imprescindibile nell’ambito del nostro welfare di comunità. E’ quindi necessario valorizzarlo, riconoscere la sua capacità di lettura dei bisogni e di promotore di diritti.
Per questo è importante operare perché il Forum, e il terzo settore in generale, vengano coinvolti nell’elaborazione di tutte le leggi e le normative che riguardano la loro attività, attraverso un confronto costante durante tutto l’iter dell’atto da approvare e non solamente durante  la fase finale dell’audizione pubblica.
Parlando proprio di coinvolgimento, come Forum abbiamo riscontrato diversi limiti rispetto alla Legge Regionale sulla Partecipazione (LR 3/2010) varata dalla precedente legislatura. Una Legge che contiene principi validi e strumenti importanti, che fino ad ora non sono stati però opportunamente valorizzati…
Sono assolutamente d’accordo e mi impegno a farmi portatore di questa richiesta in Consiglio regionale. Nella mia esperienza nell’associazione Avvocato di strada ho potuto constatare da vicino le difficoltà che spesso hanno le Pubbliche Amministrazioni nell’innescare processi partecipativi. Perché partecipare significa confrontarsi, faticare, impegnarsi. E’ un processo complesso che però può dare grandi risultati. Un esempio chiaro e concreto è il percorso che abbiamo fatto in Regione con la Legge 3/2011 sulla lotta alla criminalità organizzata.
Una Legge che tratta temi  che stanno particolarmente a cuore al terzo settore, come quello dell’educazione dei giovani, della legalità. Come è nato questo percorso e quali saranno i prossimi passi?
Intanto, come dicevo, questa legge è frutto di un percorso partecipativo e di un ampio confronto con diversi stakeholder:  le banche, le scuole, il provveditorato, i sindacati, le associazioni,… Ed è sicuramente anche grazie a questo confronto, alle proposte raccolte durante tutto l’iter legislativo, che in questi anni si sono raggiunti importantissimi risultati. Infatti sono stati stipulati oltre 40 protocolli di intesa tra Regione ed Enti Locali per contrastare l’infiltrazione mafiosa. Sono stati avviati, in collaborazione con Libera e altre associazioni, numerosi percorsi formativi rivolti ai ragazzi delle scuole per promuovere la cultura della legalità a partire dai più giovani. Abbiamo velocizzato i tempi, che prima erano oggettivamente molto lenti, per l’assegnazione dei beni confiscati.  E abbiamo istituito il “21 marzo”: la Giornata della legalità per ricordare all’intera cittadinanza l’importanza dell’impegno nella lotta contro le mafie.  
Nella prossima legislatura dobbiamo andare avanti, tenendo naturalmente conto dell’importante lavoro fatto fino ad ora. Infatti, accanto a questa Legge quadro, abbiamo approvato un’altra legge per contrastare le infiltrazioni mafiose nel settore dell’edilizia pubblica e privata e un’altra nel settore del facchinaggio e del trasporto. Ora manca l’ultima parte, a cui stavamo lavorando quando si è interrotta la legislatura: quella relativa al settore terziario e quindi il commercio, gli alberghi, i bar, i ristoranti, gli appalti e tutto ciò che riguarda i servizi,… Con questa Legge l’Emilia Romagna sarà la prima regione in assoluto ad occuparsi del contrasto alle infiltrazioni mafiose in questo ambito.

Con Daniela Vannini parliamo invece di un altro tema caro al terzo settore: quello dei giovani. Le nostre organizzazioni, attraverso i circoli, le polisportive, i centri di aggregazione, promuovono numerose attività per e con i giovani. Come sostenere i luoghi di partecipazione giovanile? Quali strumenti per favorire e incentivare i processi partecipativi?
Secondo me quello che dobbiamo fare come Regione è mettere in piedi una visione complessiva sul mondo giovanile per mettere in sinergia le varie attività, ma anche per capire meglio le esigenze dei ragazzi e dare quindi risposte concrete ai bisogni dei giovani nel loro complesso. Perché spesso ci si occupa di bullismo, di situazioni di disagio, di emergenze, ma quello che manca è in effetti proprio la capacità di aiutare i giovani a diventare protagonisti attivi della nostra società.
In questo senso il rafforzamento del Piano di Azione Regionale per i giovani e la redazione del Bilancio Sociale delle politiche giovanili, trasversale a tutti gli assessorati, possono essere sicuramente gli strumenti che ci possono aiutare a mettere in piedi una risposta complessiva ai bisogni dei giovani.
E per quanto riguarda invece l’occupazione giovanile? Quali proposte per incentivarla e sostenerla?
Sicuramente la Regione deve impegnarsi a creare dell’occupazione di qualità in particolare per i giovani che escono dalle scuole professionali e dall’università. La chiave di tutto questo è costruire una sinergia reale tra il mondo della scuola, l’università, gli enti di ricerca e le imprese.
Bisogna assolutamente creare una rete di imprese, coordinate dalla regione, che si relazionino con il mondo dell’università e gli enti di ricerca per dare risposta sia ai bisogni delle aziende, che a quelli dei giovani in cerca di lavoro.
Questo consentirebbe la piena attuazione di diverse iniziative  che sono in corso, come il progetto europeo Garanzia Giovani, la rete dei tecnopoli, il mondo delle start up.
Bisogna poi valorizzare le scuole tecnico professionali favorendo la possibilità di realizzare stage professionali di qualità durante il periodo di studi.  Infine il tema della ricerca: qui a Bologna abbiamo un’Università importante ed enti di ricerca competitivi, ma certamente dobbiamo individuare alcuni filoni di ricerca su cui possiamo eccellere a livello europeo e su questi lavorare in maniera forte, puntando sull’alta qualità e facendo sinergia.
Un altro tema che riguarda da vicino l’occupazione giovanile è quello della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Come Forum durante la passata legislatura ci siamo occupati della nuova Legge sui servizi per la prima infanzia (LR 6/2012) che ha reso più flessibile e più coerente con i nuovi bisogni delle famiglie il sistema dei nidi e dei servizi per i piccolissimi. Insomma, molto è stato fatto, ma certamente c’è ancora tanto da fare…
Sì, sicuramente è necessario agire ancora sui servizi e attualizzarli per renderli più flessibili e far sì che rispondano ai nuovi bisogni e alle nuove esigenze legate alla diversificazione delle famiglie e ai cambiamenti nel mondo del lavoro. Bisognerà quindi certamente puntare ancora sugli asili nido, sui quali la regione ha investito moltissimo, ma c’è ancora tanto da fare, investendo anche sugli asili nido aziendali. Poi c’è il tema legato alla flessibilità dell’organizzazione del lavoro: è necessario promuovere orari flessibili di uscita dall’azienda, ma anche la possibilità di lavorare per alcune ore settimanali fuori da casa per aiutare, per esempio, le persone che devono uscire prima dall’ufficio per andare a prendere i propri figli dal nido.
Per questo proporrò di fare una Legge quadro che tenga insieme tutti questi strumenti con la consapevolezza che, azioni di questo tipo, oltre a migliorare la qualità della vita dei cittadini, aumentano anche l’efficacia sul lavoro e quindi la competitività delle aziende.


Per informazioni
www.antoniomumolo.it

www.danielavannini.it

Tags: Terzo settore, Infanzia e giovani, Emilia Romagna, Bologna