"Non dimenticatevi del Terzo settore", l'appello di Arci al Governo
Il presidente nazionale dell’Arci, Daniele Lorenzi, ha ricordato a Draghi e Franceschini la necessità di urgenti e significativi sostegni per il sociale
Il Terzo settore svolge da sempre un ruolo fondamentale per la crescita sociale e culturale del nostro Paese, con decine di migliaia di associazioni, enti e circoli associativi che rappresentano una ricchezza senza pari in Europa. Partendo da queste premesse, il presidente nazionale dell’Arci, Daniele Lorenzi, nei giorni scorsi, ha scritto al Presidente del Consiglio Mario Draghi e al Ministro della Cultura Dario Franceschini per ricordare al Governo di non lasciare fuori il Terzo settore dalla definizione dei nuovi sostegni.
Lorenzi ha sottolineato gli sforzi che dal marzo del 2020 sono stati fatti da Arci, come da tutte le realtà del Terzo settore, per riaprire i propri spazi (circa 4.000 associazioni e circoli culturali in tutto il Paese) quando è stato possibile, e organizzare attività di spettacolo e aggregazione nel rispetto delle norme anti-covid in vigore. Per il presidente dell'Arci, però, la situazione si è fatta sempre più critica in quanto "i vincoli stringenti sul distanziamento, gli spettatori solo a sedere, l’impossibilità di somministrare alimenti e bevande durante gli eventi, rendono, praticamente impossibile un’attività sostenibile, da tutti i punti di vista".
Anche la data della fine dello stato di emergenza, posta dal Governo al 31 marzo e il conseguente ritorno alle attività con le consuete modalità, preoccupa Lorenzi che, per far fronte alle difficoltà del Terzo settore, ha posto a Draghi e Franceschini le seguenti richieste, in nome di Arci:
– includere da subito, nella definizione dei soggetti che possono accedere ai sostegni e ristori, anche i soggetti di terzo settore non commerciali, senza partita Iva e con codice fiscale;
– tenere conto delle peculiarità del non profit culturale nella definizione di ristori e sostegni, fino ad oggi spesso legati solo a fatturati e attività commerciali, superando gli aiuti definiti sui soli codici Ateco principali;
– adeguare costantemente la durata delle prescrizioni al futuro miglioramento della situazione, per dare la possibilità agli spazi associativi di ripartire appena possibile;
– poter accedere nuovamente alla Cassa Integrazione per i dipendenti delle associazioni e alle altre forme di sostegno al lavoro autonomo di quanti collaborano ai vari progetti artistico-culturali;
– prevedere sostegni urgenti parametrati ai costi per affitti e utenze; rinnovare le condizioni di favore per accendere mutui anche da parte dei soggetti non commerciali.
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